La strategia di comunicazione non si improvvisa. Seguire una moda (oggi quella del marketing in chiave social) senza valutare adeguatamente tutti gli aspetti legati alla storia (passata e recente) di un marchio può avere effetti catastrofici: Golden Point adesso lo sa. Co-protagonista di questa storia è Rtl, la radio che - nei jingle - si rivolge alle Very Normal People e che non è nuova a simili exploit: Emanuela De Vecchi lo segnala e Gianluca Diegoli sul suo sito fornisce i dettagli del precedente, ma è un'altra storia; quella che interessa GoldenPoint, invece, è quella sintetizzata nell'immagine sotto (devo utilizzare le immagini inserite sul sito nonconvenzionale.com perché altrimenti non è chiaro cos'è successo; gli autori non sono stati ancora avvisati ma specifico che l'immagine appartiene a loro, n.d.a.) che riporta il frame della pagina Facebook di Rtl.
È evidente che la velocità dell'interazione della community avvenuta in seguito all'inserimento del messaggio su Facebook ha influito molto nell'ideazione della strategia di risposta che si è limitata alla cancellazione dei messaggi ritenuti "scomodi". Ma questa non è una giustificazione e se le spiegazioni fornite da parte di Golden Point appaiono poco convincenti in termini di interazione (le argomentazioni sostenute sono evasive, poco puntuali e rimandare a messaggi privati le risposte non aiuta il dibattito né fornisce un'immagine trasparente della società) quello di Rtl è catastrofico: non è cancellando i post che si risolve il problema dopo averlo creato.
In entrambi i casi, comunque, è chiaro che il rapporto delle due protagonisti - Golden Point e Rtl - con le rispettive community si è smagliato. Lo avranno capito?
P.S. Maggiori dettagli su tutta la vicenda li trovate sul post di Valentina De Caro.
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